Affrontiamo questo tema a partire dall'antichità greca, sulla quale esiste maggiore documentazione (ogni riferimento è tratto dal testo di Diels e Kranz: I Presocratici - testimonianze e frammenti - Laterza 1983).
Orfeo può essere indicato come il primo ad aver insegnato la pluralità dei mondi. Ciò è implicitamente presente nei versi orfici, dove dice che ogni stella è un mondo, e in particolare: Dio creò una terra immensa che gli immortali chiamano Selene, e che gli uomini chiamano Luna, nella quale si innalza un gran numero di abitazioni, di montagne e di città.
Anassimandro: “Plutarco riporta che dopo Talete ci fu Anassimandro; egli affermò che l'infinito aveva la causa completa della nascita e della distruzione del tutto: di lì si sono separati i cieli e in generale tutti i mondi che sono infiniti. Sosteneva che la distruzione e, molto prima, la nascita dei mondi avviene perché sono soggetti, tutti, da tempo infinito al movimento rotatorio... Aezio riporta che il principio di quel che esiste è l'infinito, che da questo tutte le cose provengono e in questo tutte si distruggono. Perciò si formano mondi infiniti e poi si distruggono in ciò da cui vengono”. Queste teorie di Anassimandro vengono richiamate da S. Agostino nel Civitate Dei, aggiungendo che Anassimandro "non attribuì alcuna parte alla mente divina nella produzione di queste cose".
Anassimene: ...Nella zona delle stelle ci sono anche corpi di natura terrosa trasportati insieme ad esse.
Su Anassagora, discepolo di Anassimene, ecco quanto riporta Diogene Laerte: ... il Sole è una massa incandescente e la Luna contiene abitazioni ed anche colli e burroni...". Simplicio riporta: "Anassagora, avendo condiviso la filosofia di Anassimene, per primo trasformò la dottrina dei principi, aggiunse la causa che vi mancava e i principi corporei fece infiniti.... Questi tre filosofi ritenevano altresì che la terra fosse piatta.
Leucippo, che ne è il fondatore sostiene: Egli afferma che le cose sono infinite di numero e si trasformano le une nelle altre: e che l'universo è infinito e consta di vuoto e di pieno... Perciò vi sono infiniti mondi e si dissolvono poi in quegli elementi primordiali. E i mondi si generano così: molti corpi di ogni forma mediante una netta separazione dallo spazio infinito, vengono portati in un grande vuoto, e sono essi appunto che, raccolti insieme, producono un unico vortice, pel quale, urtandosi reciprocamente e muovendosi in giro in ogni senso, vengono a separarsi, i simili unendosi coi simili. (Diogene Laerte)
Democrito (Diogene Laerte): Le sue dottrine sono queste: i principi di tutte le cose sono gli atomi e il vuoto, e tutto il resto è opinione soggettiva; vi sono infiniti mondi, i quali sono generati e corruttibili; nulla viene dal non essere, nulla può perire e dissolversi nel non essere... Il sole e la luna sono pure composti di tali atomi lisci e rotondi.” "I mondi sono infiniti e sono differenti per grandezza: in taluni non vi è né sole né luna, in altri invece sono più grandi che nel nostro mondo, in altri ancora ci sono più soli e più lune. Le distanze tra i mondi sono disuguali, sicché in una parte ci sono più mondi, in un'altra meno, alcuni sono in via di accrescimento, altri al culmine del loro sviluppo, altri ancora in via di disfacimento (Ippolito).
Metrodoro di Chio, maestro di Epicuro: "..l'universo è eterno, perché, se fosse generato, sarebbe venuto dal non essere; e che è infinito, perché è eterno; infatti non ha un principio da cui sia cominciato né un limite né una fine" (Plutarco) Che i mondi siano infiniti di numero, risulta evidente in conseguenza dell'essere infinite le cause. Infatti, se il mondo è limitato, ma le cause da cui è stato prodotto questo mondo sono infinite nella loro totalità, è necessario che i mondi siano infiniti; giacché, dove sono infinite le cause, debbono essere infiniti anche gli effetti. (Aezio)