La scienza moderna

hubblePer affrontare in termini scientifici il tema dell'esistenza di altri mondi abitati, è necessario attendere il sovrapporsi di numerose scoperte scientifiche derivate dalla conoscenza di nuovi fenomeni, dall'introduzione di nuove teorie e dalla costruzione di strumenti di osservazione sempre più potenti e in grado di distinguere con accresciuto dettagli i corpi celesti.

Vi sono centinaia di miliardi di galassie nell'Universo osservabile, ognuna delle quali contenente circa 1011 stelle. Osservando l'apparente immensità dell'oceano di stelle che la circondava, l'umanità ha a lungo riflettuto sull'esistenza di sistemi planetari diversi dal nostro, e sulla possibilità che la vita si sviluppasse in qualche parte dell'Universo. Solo recentemente si è raggiunto la possibilità di distinguere tra gli opposti modi di affrontare questo tema, riassumibili ancora nelle riflessione degli antichi: Vi sono infiniti mondi simili e diversi dal nostro (Epicuro) oppure Non vi possono essere altri mondi al di fuori del nostro (Aristotele)

Gli ultimi 20 anni hanno visto un rapido progresso nella conoscenza teorica della formazione dei sistemi planetari, uno sviluppo sostenuto nei metodi di rivelazione dei sistemi extrasolari, l'avvio di una ricerca con strumento posti nello spazio e infine la rivelazione di un consistente numero di pianeti al di fuori del sistema solare. I possibili pianeti attorno a stelle lontane non possono essere osservati tramite la luce riflessa delle loro stelle, perché sono miliardi di volte più deboli del Sole, a causa della loro distanza. Essendo inoltre poco separati dalla stella non è possibile una osservazione diretta, poiché la luce della stella stessa è nettamente predominante. Questo è vero in particolare per le lunghezze d'onda della luce visibile. A ciò si aggiungono gli effetti perturbativi dovuti all'atmosfera terrestre.

51pegLa prima traccia di oggetti di massa planetaria orbitanti attorno ad altre stelle fu riportata nel 1980. Un sistema planetario fu scoperto attorno ad una pulsar nel 1992. Poi, nel 1995, basandosi su precise misure di velocità radiale della stella ospitante, ci si convinse dell'evidenza del primo pianeta extrasolare attorno ad una stella di sequenza principale. Due ulteriori exopianeti furono scoperti alla fine dell'anno, e 34 alla fine del millennio. Nel decennio successivo si è giunti attorno a quota 500 e attorno al 2020 siamo a oltre 4000. Un significativo miglioramento nella conoscenza delle loro proprietà fisiche, chimiche e dinamiche, e della loro formazione ed evoluzione è andato al passo con queste scoperte.

La presenza di pianeti simili alla Terra apre la possibilità dell'esistenza di altre forme di vita. Se ciò si rivelasse possibile, pur non potendo interagire direttamente con esse, potremmo trovarci di fronte ad una situazione nuova, ma forse simile a quella che vissero quattro secoli fa, con l'enorme differenza della presenza dei grandi mezzi di comunicazione di massa.