La guerra vista dagli scrittori inglesi

L'autore, profondo conoscitore e sostenitore del regno britannico, analizza le posizioni dei più autorevoli scrittori e inglesi sul ruolo e l'ngresso dell'Inghilterra nella prima guerra mondiale.

Si dimnostra un fervido sostenitore dell'impero britannico che, dato per scontato, invita a difendere contro le pretese della crescente forza economica e militare della Germania.

Dopo una iniziale analisi della percezione e della risposta inglese all'aggressività tedesca e al tentativo di attacco al dominio inglese sul mare, sono commentate le posizioni degli scrittori Kipling, Wells, Chesterton, Shaw, Norman Angell. Quasi tutti questi intellettuali espongono con diverse motivazioni la loro adesione allo sforzo bellico inglese, anche ritenendo l'Inghilterra un baluardo della democrazia, e sostenendo perciò la superiorità culturale e democratica dell'Inghilterra. La guerra è presentata anche come uno scontro tra due culture tra loro diverse, evidenziando in particolare l'autoritarismo e il militarismo tedesco.

Voci dissonanti sono quelle di Bernard Shaw, che viene per questo aspramente criticato e quella di Norman Angell, di impostazione pacifista, che però, alla luce dello sviluppo storico, sembra quello con una visione più corretta delle condizioni che hanno determinato la guerra e di come si presenterà il futuro se l'obiettivo è quello di umiliare la Germania.

Il libro termina con una lunga esposizione della biografia militare del comandante dell'esercito inglese in Europa, il generale French.

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