Antonio Locatelli

Il più grosso riconoscimento che si può rendere ad Antonio Locatelli (Bergamo 1895, Lechemti 1936) è quello di restituirne gli esatti contorni, cioè passare "Dal mito alla storia".
Locatelli fu senz'altro una figura dalle molteplici sfaccettature, intelligente, geniale per certi versi, con velleità artistiche, buon fotografo, dai non spregevoli risultati letterari, dotato di un grande spirito avventuroso, audace alpinista, ardito aviatore, assolutamente non venale.
La sua adesione al fascismo non fu di sicuro occasionale o costretta, e non venne mai meno fino alla sua prematura fine, avvenuta durante la guerra fascista d'aggressione all'Etiopia. La fama di Locatelli picchiatore e squadrista è un fatto acclarato.
E' senz'altro vero che il regime non mancò - lui vivente - di torti nei suoi confronti, che fu costretto a lasciare la carica di podestà della città per le disposizioni riguardanti il celibato e che subì il feroce ostracismo di Italo Balbo: nonostante ciò, la sua compromissione con il fascismo, di cui si prestò ad essere immagine simbolica, fu totale fino alla morte.
Dal convegno ISREC Bergamo - 1999
Il libro del 1937 si caratterizza come un'agiografia di Locatelli nel quale prevale l'aspetto più avventuroso ed è corredato da fotografie e da alcuni disegni di Locatelli, durante la sua partecipazione alla campagna di Etiopia.